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Ofelia sapeva nuotare

OFELIA SAPEVA NUOTARE
di Rossana Girotto
Illustrazioni di Sarah Sudcowsky
Edizioni RSWItalia – € 15,00
Prefazione di Lilli Luini
Postfazione di Paolo Franchini

Il nuovo libro di Rossana Girotto ospita diciassette racconti, diciassette figure di donne legate tra loro da fili sottili eppure solidi, invisibili eppure evidenti.

Le protagoniste vivono storie diverse, accumunate da un senso di dignità e riscatto.

Sono tutte donne che hanno un fortissimo contatto con i sensi, con quanto le circonda, e con gli Elementi. Soprattutto con l’acqua: quella del Lago Maggiore, di Venezia e Dublino, partendo appunto dal torrente che accoglie Ofelia nel racconto che dà il titolo al libro.

Le sette illustrazioni originali di Sarah Sudcowsky, artista comasca che ha voluto accompagnare l’Autrice in questo viaggio femminile, ne fanno un autentico volume d’arte.

Dalla postfazione di Paolo Franchini:

“(…) Poche persone sono davvero in grado di compiere questi gesti per narrare una storia come si deve, per portarci via con loro, in silenzio; Rossana Girotto, questi racconti ne sono un’ulteriore conferma, è una di queste. Le sue sono lettere messe in fila da chi tanto legge e ancor più si rilegge. Parole, alla fine, che rimangono con il lettore persino a libro chiuso, dopo che ci hanno fatto sorridere, questo è ovvio, ma anche se ci hanno stupito o tormentato, perché Rossana riesce a delinearle in carezze e graffi e in tutto ciò che poi si trasforma in armonia costante. Tocchi precisi e morbidi, a tratti felini, momenti d’inchiostro capaci di farsi sentimento, danza, lotta. È il segno che si fa sogno, molto spesso, in un continuo alternarsi di emozioni che ritrova in un attimo il suo equilibrio perfetto e la sua totale sintonia con gli Elementi: non serve granché, ad esempio, per librarsi nell’Aria con il racconto “Il vento”, oppure per scaldarsi sin quasi a bruciare con il Fuoco de “Il Re degli Elfi” o di “Grenouille”; la Terra e l’Acqua, poi, sono una costante. Maltrattati nel nostro quotidiano, pura poesia in queste storie (…)” .